Patriota e rivoluzionario messicano. Ordinato sacerdote nel 1797, aderì
al movimento indipendentista promosso da Hidalgo y Castillo, che aveva incitato
gli indios alla rivolta, confermando la netta separazione esistente tra basso
clero e alte gerarchie ecclesiastiche. Su richiesta di questi, si
incaricò di estendere la rivolta al Sud del Paese, dimostrando grande
abilità nella gestione della guerriglia e occupando la costa occidentale.
La modalità della sua lotta depurò la rivoluzione dei caratteri
violenti e anarchici di Hidalgo, a cui successe nel comando quando egli fu
catturato e giustiziato nel febbraio del 1811. Per anni riuscì a tenere
il controllo di gran parte del Messico meridionale e nel 1813 occupò
Acapulco. Decretò l'abolizione della schiavitù, del tributo
imposto agli indios e si adoperò per una ridistribuzione delle terre in
particolare a favore degli indigeni. A Chilpancingo riunì nel 1813 un
Congresso nazionale che sancì l'indipendenza del Messico e
promulgò la Costituzione liberale di Apatzingán. Battuto dagli
Spagnoli a Valladolid, costretto a continue ritirate, fu catturato nel 1815 a
Tezmalaca mentre proteggeva la fuga dei membri del Congresso e, processato per
eresia e tradimento, venne fucilato (Valladolid, od. Morelia 1765 - San
Cristòbal de Ecatepec, od. Ecatepec de Morelos 1815).